Contenuti SEO guida completa

Contenuti SEO

Guida completa per creare contenuti che generino visibilità, traffico e conversioni
(+ template)

Indice dei Contenuti

Se siete relativamente nuovi al mondo della SEO e del content marketing, potreste non avere molta familiarità con il termine “contenuti SEO“.

Questa guida per principianti è stata concepita per rispondere a tre domande:

  1. Cosa si intende per contenuto SEO
  2. Quali sono i tipi di contenuti SEO
  3. Come creare contenuti che ottengano visibilità, traffico e conversioni dai motori di ricerca

Siete pronti?

Fantastico, allora iniziamo!

L'81% dei marketer considera i contenuti una strategia di business fondamentale

fonte:CMI

Il content marketing genera più del triplo dei lead rispetto al marketing outbound e costa il 62% in meno

fonte:Demand Metric

I tre obiettivi principali della creazione di contenuti sono l'aumento delle vendite, la creazione di relazioni con i clienti e l'aumento della consapevolezza del marchio

fonte:eMarketer

Cosa sono i contenuti SEO?

Per capire cosa intendano gli esperti di marketing per contenuti SEO, è utile scomporre la frase nelle sue componenti:

  • Il termine “SEO” si riferisce all’ottimizzazione per i motori di ricerca, ovvero al processo di ottimizzazione di un sito web in modo che le persone possano trovarlo facilmente attraverso i motori di ricerca come Google, ma anche YouTube, Amazon, Bing.
  • Per “contenuti” intendiamo tutte le informazioni che troviamo e consumiamo sul web. Per semplificare, in questo frangente qualsiasi tipo di testo o media può rientrare in questa categoria.

Quindi, mettendo insieme questi due concetti: i contenuti SEO sono creati con l’obiettivo di attirare il traffico dai motori di ricerca e rientrano nell’ambito della SEO on-page.

Ovvero, di tutte quelle attività che vengono svolte all’interno del proprio sito web e che hanno l’obiettivo di migliorarne l’autorevolezza, sia per i motori di ricerca che per gli utenti target.

Non vi dirò qui tutto quello che c’è da sapere sull’ottimizzazione dei contenuti per i motori di ricerca; questo è infatti un altro argomento e vi sono moltissime guide introduttive gratuite che potete leggere (e anche svariati libri sul tema).

Restando nell’ambito dell’argomento di questa guida, iniziamo col dire che le attività inerenti alla creazione di contenuti in ottica SEO sono sostanzialmente 7, ovvero:

  1. Ricerca delle parole chiave

  2. Analisi dell’intento di ricerca (search intent)

  3. Organizzazione in cluster delle parole chiave

  4. Creazione del brief

  5. Creazione dei contenuti

  6. Pubblicazione ed inserimento dei contenuti nell’architettura informativa del sito

  7. Promozione dei contenuti

Vediamole insieme più nel dettaglio:

Ricerca delle parole chiave (keyword research)

keyword research SEO

Il 78% dei marketer B2B utilizza la keyword research per la SEO durante la creazione di contenuti.

fonte: CMI

Se volete generare traffico organico dai motori di ricerca, è necessario partire da una ricerca relativa alle parole chiave che gli utenti utilizzano per cercare informazioni/prodotti/servizi sugli stessi.

Esistono svariati strumenti che consentono di svolgere questo tipo di analisi (io personalmente utilizzo una combinazione di almeno 3 tool), ma la cosa fondamentale da sapere è che la keyword research è un’attività imprescindibile da svolgere prima di iniziare a scrivere/produrre qualsiasi contenuto.

Grazie a essa, potrete concentrarvi sulle parole chiave per le quali:

  1. Esiste già un certo volume di ricerca

  2. Non sono eccessivamente competitive (ovvero, competitor molto forti hanno già una notevole visibilità per tali argomenti)

  3. Sono in target con i clienti che vogliamo raggiungere e che stanno cercando informazioni relative ai vostri prodotti/servizi.

Analisi dell'intento di ricerca (search intent)

L’intento di ricerca (noto come search intent) rappresenta la motivazione principale che sta alla base di una query svolta da un utente.

Esso descrive il “perché” di una determinata query di ricerca e fornisce informazioni riguardo allo scopo specifico – o il bisogno – che ha spinto un utente a inserire un determinato termine in un motore di ricerca.

Quando qualcuno utilizza un motore di ricerca, di solito ha un obiettivo specifico in mente, che sia trovare risposte a domande, esplorare servizi, controllare recensioni su un prodotto, ecc.

Capire l’intento di ricerca offre una visione delle aspettative che gli utenti hanno nel momento in cui inseriscono una query di ricerca e, di conseguenza, del tipo di contenuto che sperano di trovare nei risultati di ricerca.

Quali sono gli step da seguire per svolgere un'analisi dell'intento di ricerca nell'ambito di un progetto di ottimizzazione dei contenuti SEO?

 

  1. Identificare le principali query di ricerca: iniziate identificando le principali parole chiave – o query di ricerca – relative al contenuto che volete generare o al vostro business. Questi saranno i termini che il vostro pubblico di riferimento potrebbe utilizzare nel ricercare prodotti, servizi o informazioni che offrite.

  2. Categorizzate l’intento: classificate ogni query in base al loro search intent. (Su questo punto vorrei soffermarmi un po’ di più. Vi invito a leggere il box che trovate qui sotto, chiamato “Evoluzione del search intent”)

  3. Analizzate le SERP (Search Engine Results Pages): Per ogni query di ricerca, osservate le pagine in cima ai risultati dei motori di ricerca. Questo vi darà le informazioni necessarie sul tipo di contenuto che soddisfa attualmente l’intento di ricerca per quella determinata query.

Storicamente, l’intento di ricerca nella SEO è sempre stato suddiviso in 4 categorie specifiche:

Informazionale: in questo scenario, l’individuo cerca di approfondire una tematica che lo interessa. Le ricerche saranno generali o focalizzate sull’ottenimento di dettagli, che potrebbero riguardare un fatto del passato, un individuo o, più in generale, come apprendere una certa competenza.

Esempi: battaglia di Waterloo, Chi è Brad Pitt, metodi per cucinare il tofu.

Navigazionale: in tale contesto, l’utente sa già quale sito desidera esplorare. Queste ricerche sono eseguite attraverso parole chiave specifiche e corrispondono spesso al nome del sito in questione.

Esempi: Nike, North Face, Vodafone.

Commerciale: in questa fase, l’individuo intende analizzare o mettere a confronto piattaforme che potrebbero condurre ad una transazione, ma senza compierla immediatamente. La motivazione dietro è legata a una potenziale operazione o attività online, ma la scelta definitiva non è stata ancora fatta.

Esempi: Audi vs BMW, migliori macchine da caffè.

Transazionale: in questa circostanza, la ricerca ha come fine una transazione. La transazione non deve necessariamente comportare un esborso di denaro, ma può anche essere il download di un file, l’iscrizione a una newsletter o il fornire un indirizzo e-mail. Di conseguenza, l’utente acquisisce una risorsa.

Esempi: formazione per pasticceri, offerte Pasqua per due, hotel a Gallipoli prezzi.

Recentemente però, Lily Ray – una delle voci più autorevoli al mondo nella SEO moderna – ha osservato che in realtà esistono molte più categorie di “search intents”, come mostra la seguente immagine:

evoluzione del search intent nella SEO

Organizzazione in cluster delle parole chiave

Una volta analizzato il search intent delle parole chiave, occorre organizzare queste ultime in gruppi (cluster).

Questo step è fondamentale nella pratica SEO poiché gli utenti possono cercare la stessa pagina attraverso modi differenti.

Identificare tutti i termini pertinenti aiuta a ottimizzare la propria pagina web includendo in essa una maggiore varietà di parole chiave, invece che creare singole pagine per ogni keyword.

Lo scopo dell’organizzazione in cluster delle keyword è quello di coprire il maggior numero di variabili rispetto alla keyword principale, attraverso un unico contenuto.

Questa pratica rende rilevante il medesimo contenuto per parole chiave apparentemente diverse ma che rispondono allo stesso intento di ricerca.

Nel cluster avremo quindi sia la parole chiave primaria che le parole chiave secondarie ma correlate, come ad esempio i sinonimi o le varianti long-tail.

Un esempio virtuoso è la pagina  www.perdormire.com/materassi/memory-foam/, che si posiziona per oltre 230 parole chiave e attira circa 5.000 visite organiche al mese solo da Google.

parole chiave per cui la pagina analizzata si posiziona e altre metriche SEO

Le 230 parole chiave posizionate sono in realtà molto simili fra loro e sono una rappresentazione delle (pressochè infinite) sfumature del medesimo intento di ricerca espresso dagli utenti.

Infine, l’uso di parole chiave correlate nel contenuto può anche migliorare la qualità del testo stesso e portare a migliori posizionamenti e coinvolgimento dell’utente.

In definitiva, il clustering delle parole chiave vi offre una visione più completa del potenziale SEO di un determinato argomento.

Creazione del brief

Creazione del brief

Un content brief è un documento completo finalizzato a fornire delle linee guida puntuali ai copywriter, delineando i punti chiave che dovrebbero essere trattati nel testo x.

Un content brief efficace può guidare la creazione di qualsiasi tipo di contenuto testuale, compresi i blog post, gli ebook, i white paper, i report, ecc.

Un content brief completo dovrebbe includere questi elementi:

  • Informazioni chiave dell’articolo (compreso l’intento di ricerca)

  • Un breve summary contenente: tile, meta description, slug dell’url, tipologia di contenuto, tone of voice, conteggio parole)

  • Scaletta

  • Analisi dei competitor

  • Ricerche correlate

  • Spunti di articoli e risorse di approfondimento

  • Link verso altri articoli (interni al sito) che è opportuno includere

Ho preparato un template di brief relativo all’argomento “cos’è un content brief”, che è possibile scaricare cliccando sul bottone qui sotto:

Scarica il template del content brief

Subscription Form

Creazione dei contenuti

Una volta che il brief è stato creato e messo nelle mani del team di copywriter, è il momento della creazione dei contenuti.

Potete affidarvi ad un consulente SEO (ancora meglio se è un SEO copywriter) o ad un team specializzato nella realizzazione di contenuti ottimizzati.

L’importante è che – chiunque realizzi i testi – si attenga meticolosamente alle linee guida contenute nel brief.

Pubblicazione ed collocazione dei contenuti nell'architettura informativa del sito

Quando sono finalizzati e pubblicati, i contenuti devono essere posizionati in modo logico all’interno del vostro sito, in modo tale da essere facilmente “scopribili” e navigabili sia dai bot dei motori di ricerca sia dagli utenti che arrivano sul vostro sito e lo esplorano.

In questo contesto, i link interni (collegamenti al contenuto x da altre pagine presenti sul sito) assumono un’importanza strategica.

Per approfondire il tema dei link interni, vi rimando a questa guida molto utile sul sito di Ahrefs: https://ahrefs.com/blog/internal-links-for-seo/

Promozione dei contenuti

Come ultimo step, per dare un’ulteriore spinta ed incrementare la visibilità dei nuovi contenuti creati, è necessario promouoverli per fare in modo che raggiungano il vostro pubblico laddove esso si trovi (restando sempre in ambito digital, in questo caso).

Alcune idee per promuovere i contenuti pubblicati sono:

  • condividerli sui vostri social media, magari taggando gli esperti/fonti menzionate nel contenuto

  • pubblicateli su Quora, utilizzando i link come ulteriore spunto di approfondimento nelle vostre risposte

  • utilizzate annunci a pagamento e l’email marketing

  • fate leva sugli influencer

  • sfruttate i vostri partner commerciali/fornitori/associazioni delle quali fate parte

  • riproponete il vostro contenuto in altre format. Ad esempio, un lungo articolo di blog che contiene interviste ad esperti, potrebbe essere “promosso” su Instagram tramite una grafica che riporta la citazione dell’esperto x, che inviti poi gli user della piattaforma a visitare il sito per esplorare l’articolo completo.

Tipi di contenuti SEO

Ora che abbiamo visto, brevemente, il flusso da seguire per realizzare contenuti SEO, vorrei approfondire il tema relativo alle tipologie di contenuti che è possibile realizzare.

Quando si parla di contenuti, infatti, molti pensano che si faccia riferimento soltanto a dei testi.

In realtà, vi sono moltissime tipologie di contenuto che possono essere realizzate ed ottimizzate ai fini di visibilità sui motori di ricerca.

Ecco qualche esempio:

  • Pagine di prodotto – Sono il pane e il burro di qualsiasi sito di e-commerce. Una buona pagina di prodotto può servire sia come contenuto SEO che come pagina di destinazione di campagne di advertising.

  • Articolo di blog – Curare un blog è uno dei modi più semplici per creare un flusso regolare di contenuti SEO efficaci. In generale, il blog è il contenitore di tutti quei contenuti che possono posizionare il vostro brand come voce autorevole nel settore in cui operate, quindi è assolutamente necessario prevederlo e crearlo, se si vuole incrementare la propria visibilità e autorevolezza nel tempo (specialmente per i brand “giovani”). Detto ciò, quando si tratta di scegliere il formato giusto per il vostro prossimo articolo sul blog, avete un’ampia scelta (elenchi, interviste, articoli tipo “how to”, studi e ricerche basate su dati propri…). In questo post realizzato da HubSpot, vengono illustrati alcuni dei formati di blog più diffusi dai quali potete trarre ispirazione.

Il 70% delle persone preferisce ottenere informazioni dai blog piuttosto che da canali di marketing tradizionali.

(fonte: Demand Metric)
  • News – Gli argomenti di tendenza (news), pur essendo effimeri, possono rapidamente generare traffico sul vostro sito. Sfruttando le news e i trending topic al momento giusto, è possibile attirare più traffico e ottenere link di qualità. Questa strategia è conosciuta come “newsjacking”: l’arte di “agganciarsi” ai grandi titoli del giorno offrendo una prospettiva in linea con il proprio brand. I vantaggi del newsjacking includono:

    • Espandere la visibilità del brand.

    • Dimostrare competenza e leadership di pensiero.

    • Stabilire il vostro sito come punto di riferimento per aggiornamenti importanti del settore.

    • È uno strumento efficace per la creazione spontanea di backlink.

  • Guide – Una guida è un contenuto lungo (long form) che spiega in dettaglio come fare qualcosa. Le guide sono spesso suddivise in più pagine web, anche se è buona norma consentire agli utenti di visualizzare i contenuti lunghi in un’unica pagina, se lo desiderano. Potete pubblicare una guida completa sul vostro sito, oppure limitarvi a fornire un riassunto o un estratto, chiedendo ai lettori di compilare un modulo di registrazione per accedere alla guida completa. Questo può essere un buon modo per generare contatti, ma tenete presente che la creazione di un muro di registrazione ridurrà probabilmente la quantità di traffico SEO che la guida potrà generare.

  • Video – In generale, i video presenti sul web sono meno numerosi di contenuti testuali; di conseguenza, può essere più facile posizionarsi molto bene per una parola chiave competitiva attraverso un video rispetto che con un articolo. A seconda del tipo di sito o di attività che gestite, i video possono essere un ottimo modo per attirare e raggiungere il vostro target. Considerate la possibilità di creare video tutorial su come utilizzare i vostri prodotti. Oppure, potreste illustrare un processo correlato alla vostra attività, ad esempio un idraulico potrebbe realizzare un video che mostri come sturare un lavandino. Valutare anche la possibilità di includere una trascrizione del vostro video e di embeddarlo su una pagina contente il testo trascritto, formattato in modo tale che risulti facile e digeribile alla lettura.

I video compaiono nel 62% delle ricerche effettuate da Google in tutto il mondo.

Secondo il 49% degli esperti di marketing, l'impiego di video nelle campagne di marketing digitale porta a una crescita più rapida dei ricavi.

L'inclusione di un video nella landing page aumenta del 53% le possibilità di posizionarsi sulla prima pagina di Google.

  • Infografiche – La maggioranza dei marketer intervistati afferma che i contenuti visivi sono una componente chiave della loro strategia di marketing. Nessuno ha risposto che i contenuti visivi non sono stati importanti per loro nel 2022 (fonte: Venngage). Le infografiche, ovvero le immagini di grande formato che contengono dati (spesso sotto forma di grafici o diagrammi) su un singolo argomento, possono essere un format molto efficace, soprattutto in ottica di engagement e di creazione spontanea di backlink. Tuttavia, poiché gran parte del contenuto è incorporato nell’immagine (e quindi non è leggibile come testo dai motori di ricerca), è importante ottimizzare attentamente il resto della pagina.

  • Slideshow – Uno slideshow è un modo per mostrare una serie di immagini correlate. In alcuni contesti, infatti, le immagini possono essere più performanti del testo, soprattutto quando si voglio veicolare dei messaggi complessi o articolati.

  • Glossari – Se lavorate in un settore specializzato, un glossario ben costruito può essere un buon modo per catturare traffico di ricerca. Mi riferisco in particolare a chi opera in ambito alimentare, medico, SaaS, design…

  • Podcast – I podcast sono una tipologia di contenuto audio sempre più diffusa, da quando Google – nel 2019 – ha annunciato che li avrebbe inseriti nei risultati di ricerca e resi riproducibili. La loro popolarità è più che evidente, dato che Spotify ne ospita attualmente 5 milioni mentre Apple Podcasts circa 2.5 milioni (fonte: https://explodingtopics.com/blog/number-of-podcasts).

Questi sono solo alcune tipologie di contenuti SEO, ma non lasciatevi limitare da questo elenco: le possibilità sono praticamente infinite!

I video sono stati la forma principale di contenuti creati nel 2022, seguiti dai blog (utilizzati da oltre la metà dei team di marketing) e dalle immagini.

(fonte: HubSpot)

Come sviluppare una strategia di contenuti SEO (best practice)

Ora che abbiamo visto sia il metodo per creare contenuti SEO, sia le principali tipologie di asset che potete realizzare, vorrei equipaggiarvi per realizzare strategie di contenuti SEO che abbiano un metodo.

Di seguito, quindi, vi mostro 4 fasi che ritengo fondamentali per definire e perfezionare la vostra strategia:

Definire gli obiettivi

Per prima cosa, è necessario definire gli obiettivi dei vostri contenuti SEO.

Ad esempio:

  • State cercando di incrementare le vendite?

  • Avete intenzioni di monetizzare il vostro sito attraverso gli annunci e quindi volete aumentare il traffico e il numero di lettori?

I vostri obiettivi determineranno i tipi di contenuti sui quali concentrarvi.

Se il vostro obiettivo principale è la vendita di prodotti, dovreste concentrarvi nel creare pagine di prodotto attraenti e informative, ottimizzate sia per la ricerca che per le conversioni.

L’obiettivo secondario potrebbe essere diventare il brand di fiducia per il vostro pubblico target, quindi realizzando contenuti utili per il blog, che illustrino quando e come utilizzare i prodotti e che contengano link interni alle pagine più commerciali, quando opportuno (a mio parere, il blog non deve essere completamente auto-promozionale).

Se il vostro sito opera secondo un modello pubblicitario e l’obiettivo è quello di ottenere nuovi lettori attraverso la ricerca, dovrete concentrarvi su contenuti ricchi (come articoli long form o risorse video) che siano informativi, divertenti o entrambi e “sticky” (in grado di tenere i visitatori sul vostro sito più a lungo possibile o che li incoraggino a tornare)

Conoscete il vostro target

Al fine di conoscere il proprio pubblico, sondaggi + analisi dei dati del CRM + dati dalle piattaforme di web analytics da voi utilizzate, possono aiutarvi a ottenere una fotografia precisa del vostro target o cliente tipo.

Prendete in considerazione l’idea di sviluppare delle buyer personas. La “buyer persona” rappresenta un archetipo di cliente ideale basato sugli interessi o sui problemi che i prodotti o servizi della vostra azienda/realtà possono risolvere. Questi modelli emergono dagli insight ottenuti dai consumatori e aiutano a orientare le strategie di business e marketing. La definizione va oltre le semplici statistiche demografiche, focalizzandosi anche su abitudini di acquisto, modi di parlare e dati comportamentali e motivazionali. L’obiettivo è comprendere profondamente i problemi dei clienti e come desiderano risolverli.

Pensate poi a quali tipi di contenuti queste personas potrebbero cercare.

Ad esempio, se gestite un sito web B2B che si rivolge a dirigenti aziendali, potreste voler creare white paper di alto livello che possano essere scaricati e/o salvati per essere letti in seguito.

Se la vostra attività si rivolge a ragazzi e adolescenti, potreste concentrarvi su aggiornamenti frequenti con meno testo e più immagini e video.

Sono solo idee, ma il nocciolo del discorso è: le buyer personas aiutano a comprendere meglio i vostri clienti (e i potenziali clienti). In questo modo risulterà più semplice adattare i contenuti (e scegliere la tipologia più adatta) per soddisfare le esigenze, i comportamenti e le preoccupazioni specifiche dei membri del vostro pubblico target.

Verificate le vostre competenze

Verificate le vostre competenze

Google utilizza segnali che aiutano a determinare i contenuti che dimostrano competenza.

Questo è vero in particolare per quegli argomenti che possono avere un impatto sulla felicità, la salute o le finanze delle persone e che sono definiti “Your Money Your Life” (YMYL).

Alcuni esempi di contenuti YMYL sono:

  • Notizie e attualità: Pagine sulle notizie di eventi internazionali, politica, scienza, ecc.

  • Educazione civica, governo e legge: Pagine contenenti informazioni che utili alle persone, come ad esempio informazioni sul voto, questioni legali, servizi sociali, ecc.

  • Finanza: Contenuti su investimenti, tasse, banche, ecc.

  • Salute e sicurezza: Contenuti relativi a salute o sicurezza, compresi i problemi medici, i farmaci, gli ospedali, ecc.

  • Contenuti su gruppi di persone, tra cui nazionalità, razza, status, ecc.

  • Altro: Contenuti dedicati al fitness e all’alimentazione, alla ricerca di un lavoro, di una casa…ecc.

esempi di argomenti YMYL

Ecco cosa dice Google sulla competenza per gli argomenti YMYL e non YMYL:

  • Argomenti non YMYL. La competenza quotidiana è sufficiente. Se l’autore ha il tipo e la quantità di esperienza di vita che lo rendono un esperto dell’argomento, siete a posto.

  • Argomenti YMYL. La competenza formale è importante, ma per alcuni argomenti è necessaria la conoscenza sul campo. Per esempio, una persona malata di cancro può rispondere a cosa significa avere il cancro meglio di un medico.

Potete utilizzare il seguente diagramma per decidere se e come trattare un argomento.

flusso decisionale per contenuti YMYL

Trattate l'argomento in modo completo

Approfondire gli argomenti che pubblicate sul vostro sito ha un impatto significativo sulla vostra performance SEO.

Inoltre, offre maggiori opportunità di stabilire competenze, aggiungere link interni ad altre pagine e trovare ulteriori idee per i vostri contenuti.

Una semplice strategia per creare contenuti approfonditi consiste nell’analizzare ciò che è già presente nella prima pagina di Google per gli argomenti (parole chiave) di vostro interesse.

Questi risultati contengono un numero tale di informazioni e sono strutturati in modo tale da essere considerati i migliori da Google.

Prendete quindi nota di tutti gli argomenti trattati in tali risultati e combinate le informazioni rilevanti di più post per coprire interamente l’argomento.

Inoltre, potete valutare il numero di parole necessario facendo una media dei cinque post più importanti.

In questo modo avrete maggiori possibilità che Google premi i vostri contenuti.

Ottimizzate gli elementi fondamentali del testo

Se optate per una tipologia testuale di contenuto (esempio: articolo di blog), è necessario ottimizzare alcuni elementi fondamentali del testo in modo tale da avere un contenuto SEO oriented, in particolare:

  • URL: occorre creare delle URL descrittive, che includano la parola chiave principale. Le URL inoltre devono essere corte e scritte in minuscolo.

  • Tag Title: un title tag ben fatto è fondamentale per attrarre l’attenzione degli utenti e migliorare la visibilità del tuo sito sui motori di ricerca. Per creare un buon title tag occorre:

    1. Renderlo Descrittivo e Persuasivo: Usa parole che evocano emozioni o urgenza.

    2. Includere numeri: I titoli con numeri sono più accattivanti.

    3. Fare in modo che corrisponda all’intento di ricerca: Il titolo dovrebbe riflettere ciò che l’utente sta cercando.

  • Meta Description: La meta description (il testo che, ad oggi, appare direttamente sotto il title nelle SERP) devono basarsi sulla promessa fatta dal title e il suo scopo è convincere l’utente che si tratta del contenuto che sta cercando e che risponderà alla sua domanda e/o risolverà il suo problema.

  • Headings (H2, H3, etc): Gli header tags, o tag di intestazione, sono etichette utilizzate per definire e organizzare le intestazioni all’interno dei contenuti di una pagina web. Sono classificati in ordine di importanza e di gerarchia, partendo da H1 (il più importante) fino a H6.

    La loro importanza risiede in diversi aspetti:

    1. Organizzazione del contenuto: Gli header tags aiutano a suddividere e organizzare il contenuto in sezioni logiche, rendendolo più leggibile e fruibile per l’utente. Questo è particolarmente cruciale per i contenuti lunghi, dove una chiara strutturazione facilita la lettura e la comprensione.

    2. Ottimizzazione SEO: I motori di ricerca, come Google, utilizzano gli header tags per comprendere la struttura e i temi principali di una pagina. Un uso corretto di questi tag può migliorare la visibilità di un sito nei risultati di ricerca.

    3. Incorporazione di parole chiave: Integrare parole chiave rilevanti all’interno degli header tags può amplificare il valore SEO della pagina. Tuttavia, è essenziale che l’inserimento di queste parole chiave appaia naturale e pertinente al contenuto.

  • Link interni: I link interni sono collegamenti che puntano da una pagina di un sito web ad un’altra pagina dello stesso sito. Sono fondamentali per vari motivi:

    1. Organizzazione del sito: i link interni aiutano a stabilire una struttura logica e organizzata del sito web. Google favorisce i siti che facilitano agli utenti la ricerca di informazioni utili, rendendo la struttura dei link uno degli aspetti chiave dell’ottimizzazione on-page SEO.

    2. Navigazione e pertinenza: l’uso strategico dei link interni può suggerire all’utente risorse addizionali e pertinenti presenti sul sito, che potrebbe non aver considerato inizialmente. Ciò assicura che le pagine correlate all’interno del sito siano adeguatamente collegate tra loro.

    3. Testo di ancoraggio descrittivo (Anchor Text): l’anchor text è il testo cliccabile di un hyperlink. Utilizzare un anchor text descrittivo e pertinente offre all’utente un’idea chiara del contenuto collegato e della sua rilevanza, migliorando l’esperienza di navigazione e incentivando il click. Inoltre, un buon anchor text può aumentare il valore SEO della pagina.

    4. Link esterni: integrare la strategia di linking interno con link esterni (verso siti di alta autorevolezza) può rafforzare la fiducia da parte di Google verso il tuo sito.

  • Immagini: Le immagini giocano un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione dei contenuti in ottica SEO, ed è essenziale prestare attenzione ad un paio di aspetti:

    1. Compressione e ottimizzazione: È vitale utilizzare immagini e contenuti visivi per rendere il contenuto più attraente. Tuttavia, le immagini devono essere correttamente compresse per ottimizzare i tempi di caricamento, contribuendo a ridurre il tasso di rimbalzo del sito. Questo aiuta a garantire che gli utenti abbiano un’esperienza fluida e veloce durante la navigazione.

    2. Alt Text e didascalie Descrittive: Ogni immagine dovrebbe avere un alt text (o tag alt) e una didascalia descrittiva. Questi non solo rendono le immagini accessibili alle persone con problemi visivi, ma anche ottimizzano la SEO on-page e migliorano la posizione del sito nei risultati di ricerca (SERP). L’alt text fornisce una descrizione dell’immagine per i motori di ricerca e per i lettori di schermo utilizzati dalle persone non vedenti, mentre le didascalie possono fornire contesto aggiuntivo ai visitatori.

  • CTA: Pensate ad ogni contenuto come un gancio per l’azione successiva. Infatti, se ogni contenuto è associato ad un obiettivo (acquisto di un prodotto/servizio, ottenere la email di chi legge, prenotare una call con un esperto/consulente), è fondamentale inserire una call-to-action che consenta – a chi vuole – di compiere il passo successivo all’interno del customer journey.

  • Schema Markup: Il markup Schema è un codice che aiuta i motori di ricerca a comprendere i vostri contenuti e a rappresentarli meglio nei risultati di ricerca.

    Probabilmente avete già incontrato il contenuto al quale è stato applicato questo markup e che ritrovate sotto forma di rich snippet (frammento arricchito da elementi aggiuntivi) su Google:

rich snippet sulla SERP relativo al sito del brand Salewa
Esempio rich snippets sito Salewa

Per approfondire il tema del markup Schema, vi rimando a 2 risorse molto utili:

Rendete il contenuto unico

Se basate la totalità dei vostri contenuti esclusivamente sulle pagine che si posizionano meglio, vi ritroverete con dei contenuti copiati.

E tali contenuti non riusciranno a distinguersi dalla massa o ad offrire qualcosa di unico.

Inoltre, i contenuti copiati sono un problema per la SEO perché le persone non sono incentivate a linkarli.

E i link sono importanti perché sono un fattore di ranking (posizionamento).

Ecco due modi per rendere unici i vostri contenuti:

  • Fornite ricerche originali: sondaggi, indagini, studi, basta che siano vostre!

  • Fornite una prospettiva o un’opinione unica. Basatevi su dati/informazioni già disponibili, ma ampliatelo approfondendo ulteriormente il tema e/o arricchendolo con il vostro punto di vista.

Rendetelo accattivante

Le persone non resteranno a guardare qualcosa che trovano confuso o difficile da leggere.

Questo è un male perché Google utilizza i dati di interazione per valutare la rilevanza.

Se i ricercatori abbandonano i vostri contenuti è quindi improbabile che questo aiuti la SEO.

Ecco alcuni consigli per rendere i contenuti più accattivanti:

  • Mantenete la semplicità. Evitate parole e frasi complesse.

  • Rendetelo visivo. Spezzate i blocchi di testo con immagini e video.

  • Parlate la lingua del vostro pubblico. Usate termini e gergo che risuonino con i lettori.

  • Controllate l’ortografia. Eseguite un controllo ortografico; fa la differenza.

I backlink sono link posizionati su siti terzi che puntano a una vostra pagina web. Conosciuti anche come link in entrata, questi link possono essere inseriti all’interno di testi, immagini o come call to action (CTA).

I backlink svolgono un ruolo importante nella SEO del vostro sito web principalmente per 4 motivi:

  • Credibilità. Google considera i backlink come un voto di fiducia o una raccomandazione per una pagina specifica. Ottenere backlink da più fonti segnala la rilevanza e la credibilità del sito.

  • Visibilità. I backlink sono uno dei fattori di ranking di Google. Più link esterni ottiene il vostro sito, più alto sarà il suo posizionamento nei motori di ricerca.

  • Accessibilità. I motori di ricerca utilizzano i link per trovare, scansionare e indicizzare più velocemente le vostre pagine web.

  • Traffico referral. I backlink forniscono ulteriori informazioni, raccomandazioni o risorse su un determinato argomento. Quando siti web popolari includono link ai vostri contenuti, certamente una parte dei loro lettori visiteranno anche il vostro sito.

Esistono varie modalità di incentivare la creazione di backlink verso i vostri contenuti. Vi lascio il link ad un sito che ne spiega alcune molto interessanti.

Ottimizzate la velocità

La tecnologia trova sempre nuovi modi per darci ciò che vogliamo più velocemente.

Questo stabilisce uno standard anche per gli utenti che navigano sul web.

Se possono decidere di guardare un qualsiasi film in 30 secondi, ordinare cibo e videochiamare i loro cari con un click, si aspettano lo stesso quando consumano contenuti.

Pertanto, l’importanza della velocità dei contenuti non dovrebbe essere ignorata.

Per implementare questo aspetto, ecco alcuni elementi su cui concentrarsi:

  • Compressione delle immagini: Le immagini sono uno dei principali responsabili di un sito lento. Comprimendole si riducono le dimensioni dei file, mantenendo la qualità.

  • Minificazione del codice: La minificazione di HTML, CSS e Javascript è un processo che rimuove il codice inutilizzato e gli spazi bianchi, aiutando queste risorse a caricarsi più velocemente.

  • Caching della pagina: crea una copia statica della pagina nel browser e/o nel server per evitare che il server sia sovraccarico di richieste.

  • Utilizzare una CDN: una Content Delivery Network memorizza una copia statica del vostro sito su server sparsi in tutto il mondo. Agli utenti viene quindi servita una versione del sito più vicina alla loro posizione, con conseguente maggiore velocità.

Garantire una velocità ottimale del vostro sito consente ai vostri visitatori di ottenere le informazioni che stanno cercando e di offrire un’esperienza migliore.

Create un calendario editoriale

Nel momento in cui avete molteplici contenuti da realizzare, è fondamentale costruire un calendario editoriale.

Questo vi aiuterà a rispettare un programma regolare (è particolarmente importante creare nuovi contenuti con regolarità se avete un blog) e vi eviterà di dovervi scervellare per trovare un argomento per i nuovi contenuti all’ultimo minuto.

Alcuni consigli per creare e rispettare un calendario editoriale:

  • Usate uno strumento di project management (es. Monday) – per condividere il calendario editoriale con tutto il team. Impostate dei promemoria per i copywriter, in modo che ricevano una notifica quando si avvicina una scadenza.

  • Prendete in considerazione la possibilità di creare delle rubriche continuative: ad esempio, un blog di cucina potrebbe proporre una ricetta senza carne ogni lunedì. Create una pagina di categoria per ogni rubrica, in modo che i visitatori possano trovare tutti i contenuti relativi ad una rubrica specifica in un unico posto.

  • Quando si producono contenuti più complicati, come video e infografiche, è necessario avere molto tempo a disposizione. Questi ultimi, infatti, spesso necessitano di più revisioni per essere perfezionati e possono essere più complicati da ottimizzare per la ricerca.

  • Non pianificate troppo in anticipo – I calendari spesso deragliano dopo un mese o due, a causa di cambiamenti negli obiettivi di marketing, nei budget o nello staff, quindi il mio consiglio è di evitare di pianificare un calendario editoriale che copra 12 mesi, onde evitare di sprecare tempo e sforzi.

Analizzate e adattate i contenuti

Infine, tenete monitorate le analytics del vostro sito.

Analizzate regolarmente i vostri contenuti per vedere cosa funziona e cosa no.

Ci sono molti strumenti che possono aiutare in questo senso, personalmente vi consiglio di utilizzare Google Search Console, GA4 (entrambi gratuiti) e uno strumento di monitoraggio dei backlink e della performance rispetto ai competitor quale Ahrefs.

Tra le metriche più utili da monitorare vi sono:

  • le visualizzazioni di pagina

  • i backlink

  • i commenti (sui post del blog e su alcuni altri tipi di contenuti)

  • le condivisioni sui social (like su Facebook, tweet, ecc.) e

  • i tassi di conversione.

L’analisi deve avere due obiettivi:

  • Studiare i successi/insuccessi per poterli ripetere/migliorare – Cercate degli schemi nei dati relativi alla performance dei vostri contenuti. I video vanno alla grande? Allora spostate gli sforzi su questo format! Gli utenti tendono a non cliccare sulle call to action? Rendetele più accattivanti oppure cambiate il wording. Il concetto è: siate flessibili e usate i dati per informare la vostra strategia.

  • Capire quando e se aggiornare/migliorare contenuti SEO poco performanti – Se avete ottimizzato un articolo per una certa parola chiave, ma sta ottenendo più traffico per una variante di quella parola chiave, fate un passo indietro indietro e ri-ottimizzatelo per la nuova parola chiave. Potreste essere in grado di aumentare significativamente il traffico inserendo la “nuova” parola chiave nel title, ad esempio

Contenuti realizzati con strumenti di AI (intelligenza artificiale): si o no?

Contenuti realizzati con strumenti di AI

In base alle indicazioni di Google sui contenuti creati con l’IA, sappiamo che il motore di ricerca stesso crede nel potere dell’IA nel fornire informazioni utili.

Inoltre Google afferma che:

  • I suoi sistemi mirano a mostrare contenuti di alta qualità provenienti da fonti affidabili, basandosi sugli aspetti EEAT (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness).

  • La qualità dei contenuti è più importante della modalità con cui sono stati prodotti.

  • L’utilizzo dell’automazione e dell’IA con lo scopo principale di manipolare i ranking è considerato spam da Google.

  • L’automazione e l’AI possono essere utilizzate per creare contenuti utili come risultati sportivi, previsioni meteo e trascrizioni.

  • I contenuti AI non violano le linee guida della Ricerca Google se NON sono usati per manipolare i posizionamenti.

  • L’AI può creare contenuti utili in modi innovativi.

  • Google usa sistemi come SpamBrain per rilevare contenuti spam.

  • L’IA non offre vantaggi speciali ai contenuti; devono soddisfare i criteri EEAT.

  • È consigliato indicare gli autori sui contenuti, specialmente se i lettori si aspettano di vederli.

  • È consigliato informare se un contenuto è generato dall’AI se i lettori potrebbero chiedersi come è stato creato. Detto ciò, non è consigliato elencare l’AI come autore.

Esempio: sito di contenuti generati dall'intelligenza artificiale (AI content)

Il seguente grafico mostra il traffico organico generato da un sito che ospita esclusivamente contenuti (news) AI, con pochissimo editing aggiuntivo.

performance nella ricerca organica di un sito che ospita contenuti AI

Si tratta di un sito con testi generati dall’intelligenza artificiale che sono rimasti per lo più intatti.

È stato lanciato circa un anno fa, ed in poco tempo è passato da zero a circa 1.000 visualizzazioni mensili.

Non sarà una quantità di traffico prolifica, ma è piuttosto solida per un sito che contiene solo pochi articoli generati dall’intelligenza artificiale.

Il “trucco” è stato concentrarsi su termini di ricerca specifici e creare un buon prompt in grado di guidare lo strumento AI di vostra scelta (es. ChatGPT) nella realizzazione del testo.

I contenuti AI si posizionano e non sono assolutamente dannosi per la SEO.

Ma l’avvertenza è: bisogna farlo in modo corretto.


Bene, siamo arrivati alla fine di questa guida completa ai contenuti SEO.

Spero vi sia utile per capire come realizzare contenuti utili, efficaci e performanti!

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Scegli il giorno e l’ora che preferisci direttamente dal calendar che trovi qui a lato.

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